InchiostroDiPuglia.it
  • Home
  • New Page

Pulsano: il quaderno di Florinda

7/20/2014

1 Comment

 
Immagine
- Ogni giorno quella vecchia passa da qui, si porta dietro il borsone colorato, una sediolina da regista tutta scassata e si ferma vicino alla riva

Sara segue l’indice puntato di Marco, arrivando a inquadrare una donnina rattrappita, con un costume intero blu scuro e una cuffietta di gomma con i fiori d’altri tempi sul capo rinsecchito come il resto.

- Non si dice vecchia, si dice anziana 
- Giovane non è, il concetto è lo stesso. E’ più di là che di qua e secondo me è pazza
- Secondo me sei scemo
- Vuoi una birra?

Certo, la birra. Insieme a serata, Facebook, lampada, è una delle parole in uso del suo amico. Come Baby Mia e le sue poche frasi, così è Marco. I piedi immersi nella sabbia calda e soffice di Marina di Pulsano, Sara cerca di non pensarci, come sempre ormai. Le giornate si trascinano lente e uguali, ad aggiungersi solo qualche affanno, non c’è futuro nella sua testa, troppo nulla, troppa paura.

Marco è uno degli amici di una vita, uno di quelli che frequenta quando la necessità di non pensare diventa più forte. Per lo stesso motivo quel pomeriggio è a mare, nella splendida spiaggia di Lido Silvana a blaterare con lui del niente e a guardare una vecchina strampalata.

-  Andiamo via? Ormai il sole non abbronza più, inutile restare
-  Già perché a mare si va per abbronzarsi 
-  E certo! Dai andiamo così riusciamo a riposare prima di uscire stasera
-  Vai tu, io resto ancora un po’
-  Ok nonna, ci sentiamo dopo

Niente di meglio che gustarsi da sola quel tramonto, il sole rosso che affonda nel mare e lascia una scia dorata, lussuriosa, con le onde che finiscono a carezzare il bagnasciuga. Un martedì pomeriggio di settembre come tanti, la spiaggia si libera dei patiti dell’abbronzatura e restano lì una giovane donna e una vecchina.

Sara non può fare a meno di guardare con curiosità quel culo floscio che si alza dalla sedia rossa strappata da un lato, a pericolo che si ammazza quella nonnetta dal capo fiorato. Con le gambette magre cammina a scatti verso la riva, bagna i piedi doloranti di un cammino che si trascina da anni e punta due occhi acquosi verso Sara

- Ei tu, che vuoi? 
- Dice a me?
- Si a te. Non vedo altri qui. E’ andato via quel coglione del tuo ragazzo? Sarò anche vecchia ma non sorda
- Mi scusi signora, non...non è il mio ragazzo
- Però è un coglione?
- No, cioè sì, a volte...

Ride Sara, ride la vecchia, che si avvicina alla borsa verde improbabile e prende una bottiglia di Lemonsoda.

- Vuoi una limonata? 
- No grazie non si preoccupi
- Ho i bicchieri puliti, quelli di plastica

Si sente imbarazzata Sara, per levarsi di dosso la tristezza dice sì, si alza e va verso la vecchia, prende il bicchiere e brindano con una Lemonsoda

- Piacere Florinda
- Piacere Sara
- Come la piccola principessa. Che ci fai qui tutta sola?
- Niente. Guardo il mare
- E ti sembra poco? Qui a Pulsano abbiamo le spiagge più belle del mondo. Che fai nella vita?
- Aspetto
- Cosa aspetti?
- Che qualcosa arrivi... un lavoro vero, un amore vero, un figlio un giorno... una vita insomma
- E lo aspetti qui tutta sola?
- No. Lo aspetto in compagnia di buoni a nulla come il tipo di prima. La solitudine mi fa paura. Ma non aspetterò ancora tanto in questa città che non mi merita. Voglio partire
- Dove vuoi andare?
- Australia, Polonia... tutto è possibile, lontano da qui comunque
- Povera sciocca – la vecchia posa il bicchiere e prende un quaderno logoro come tutto il resto dalla sua borsa. Ignora Sara e la sua rabbia che sale dopo un insulto caduto da quella che fino a qualche secondo prima le era sembrata una dolce nonnina.
- Come si permette?
- Mi permetto perché lo sei sciocca. Toh, guarda qua io vado a riposare questi poveri piedi nell’acqua. Povere orecchie mie, cosa mi tocca sentire

Sara è scossa dai nervi, tra le mani il quaderno con la copertina blu consumata. Il vento lo apre e si ritrova davanti ad una ragazza con un sorriso impertinente, strizzata in un costume intero fiorato, con occhi chiari che la scrutano tra i quadretti del foglio. 
 
Il bianco e nero della foto mostra un mare da film d’altri tempi, bello da togliere il fiato. Sotto una didascalia “Marina di Pulsano/primo amore/bagliore”. Quella ragazza torna in un’altra immagine, dietro di lei una Chiesa “Chiesa Santa Maria La Nova/grotta di Lourdes/a Pulsano son stata miracolata”. Altra Chiesa, stessa protagonista, stessi abiti. “Chiesa della Confraternita del Purgatorio/venerdì santo/processione dei Misteri/mistero del mio amore”. Sara sposta lo sguardo sulle gambe vecchie ad ammollo e le riconosce nei tempi migliori delle foto di quell’assurdo quaderno. Un’altra Chiesa fedelmente bianca anche nei colori di allora, lei, la stessa, mostra l’anulare, forse c’è un anello, dettaglio che la tecnologia di un tempo non restituisce “Chiesa del Ss.mo Crocifisso/bianco/amore puro”. Sara chiude il quaderno, ha fretta di andare, via dai ricordi nostalgici che puzzano delle case dei nonni soli nelle giornate d’estate.  

- Dove vai? Non vuoi sapere come va a finire?

La sua voce ad un tratto è dolce e infantile.

- Non c’è un inizio, cosa deve finire?
- Appunto – con un gesto frettoloso le indica di proseguire

Pur di non tornare a casa con lo scrupolo della nonnetta Sara torna a sfogliare le pagine. 
La foto mostra solo la mano, l’anello nuziale in primo piano, da sfondo l´orologio da torre “Il nostro
tempo”.
La giovane ride in abito da sposa, dietro il castello “Castello De Falconibus/la favola/la principessa è stata trovata”.
Torna la spiaggia, la ragazzetta dalle gambe tozze e secca ha la testa fasciata da un fazzoletto, dietro una torre “Torre Castelluccia/non servono difese se c’è amore/non servono difese se c’è mare”.
L’ultima foto e Sara ha un tuffo al cuore “Molino Scoppetta/ti aspetto amore mio”. Racconta un tempo in cui quel posto viveva, nessun interesse culturale, solo gente che lavorava.

- Adesso devo andare, si è fatto tardi
- Aspetta. Hai capito?
- Non saprei, cosa c’è da capire?

Sara lo sente, Sara lo sa, Sara vuole solo non pensare.

-  Leggi questa – le indica una lettera ingiallita dal tempo
“Caro amore mio,
esiste un paradiso che non sia questo mare? La sabbia soffice, l’acqua cristallina, le tue labbra salate.
In questo piccolo mondo mi perderei, in te mi sono persa.
Per sempre tua,
Florinda”

- La storia è questa: ci siamo innamorati. Io non ho esitato un attimo a seguirlo qui a Pulsano (sai sono del Nord io), ci siamo sposati, amati, neanche un figlio questo stupido ventre sterile. Lui amava fotografarmi. Un giorno guardando quelle foto mi disse ‘sai Florì, fai risplendere Pulsano come se fosse la più bella’.
Qualche anno d’amore ci concesse il Signore, poi lui andò a miglior vita. Io non ho mai pensato di andare via, anche se la mia famiglia fece pressioni per farmi tornare ‘che ci fai là tutta sola, neanche un figlio’. Io ormai ero innamorata. Ma tu che vuoi andar via, tu la vedi quanto è bella? Che la mia carne vecchia non si stacca da questo mondo per restare ancora un po’ qui a guardare l’immenso di questo mare”.

Sara guarda quegli occhi acquosi, umidi di vitalità che lei sembra aver perso. Guarda il mare, la sua terra, ripercorre con gli occhi dell’amore le sue strade, nello stomaco si sente il fuoco. 
 
-  Mi fai una foto con quell’aggeggio? 

Sara ormai non si chiede più perché, il suo iPhone con le orecchie da coniglio inquadra una vecchia in posa nel mare splendido e clic.  

- Tieni finiscilo tu questo
- Ma no signora è suo, tenga
- Finiscilo tu, io non ho più il tempo

Sara torna a casa, il quaderno scotta, anche la fronte, ha la febbre. Il giorno dopo Marco la chiama per andare a mare, lei è nel letto e non ha voglia di rispondere.

Un messaggio arriva sul telefono “Sai Sarè, la vecchia pazza è morta. L’hanno trovata sulla riva, piena di alghe e conchiglie, con una faccia da beota”.

Sara si alza dal letto, va a stampare la foto di Florinda, non stampa dai tempi del rullino. 

Quella vecchia pazza è bella su quella carta lucida, intorno a lei un mare azzurro. Sara la attacca sul quaderno all’ultima pagina.

 “Pulsano 2014/Amore mio torno da te/Amore mio mai me ne andrò”.

Picture
ALESSANDRA MACCHITELLA
chegenerediblog.wordpress.com

#alessandramacchitella #donnetralerighe 
#inchiostrodipuglia #vivilapuglia #leggereèrespirare


> Per non perdere nessuno dei Racconti d'Autore di Inchiostro di Puglia clicca "Mi Piace" sulla nostra Pagina Facebook 
1 Comment
Giusy
4/4/2016 03:50:27 pm

Intenso, malinconico, appassionato e bellissimo racconto!

Reply



Leave a Reply.

    Archivio per categoria

    All
    Bari
    Brindisi
    Foggia
    Generale
    Lecce
    Taranto

    Inchiostro di Puglia (Il Blog)

    #vivilapuglia
    #leggereèrespirare

    Archivio per data

    December 2014
    November 2014
    August 2014
    July 2014
    June 2014
    May 2014
    April 2014
    March 2014
    February 2014
    January 2014

Powered by Create your own unique website with customizable templates.
  • Home
  • New Page