Non sappiamo mai quali sono i giorni cruciali della nostra vita, quelli che cambieranno per sempre il corso degli eventi: per fortuna o purtroppo, è sempre così. Caterina camminava per Martina Franca, da sola, gli occhi levati al cielo e la sua Reflex nella mano destra. Era salita sul primo treno in partenza, spinta dalla volontà di lasciarsi tutto alle spalle almeno per un giorno ed in quel momento Piazza Plebiscito era l’unico posto al mondo in cui ebbe la sensazione di sentirsi accolta e protetta. Voleva trovare qualcosa da ricordare, da portare con sé e custodire con cura: qualcuno, un giorno, le aveva detto che il bene più prezioso che possediamo è noi stessi e Caterina sapeva che quel “qualcuno” le voleva bene. Passeggiava per i vicoli del centro storico di Martina Franca e il silenzio di quelle strade la rapì: il mondo parve essersi fermato tra i suoni e gli odori di quella vita semplice, cristallizzato nei sorrisi dei bambini e nei bonari rimproveri delle loro mamme, nei balconi fioriti e nelle case imbiancate a calce. Aveva da poco superato il più vecchio bar della città, catturata dal bacio passionale di due giovani amanti e fece attenzione a non indugiare troppo con lo sguardo. I baci sono così complicati: a volte sono promesse, altre volte sono addii. Si dovrebbe essere sempre pronti a partire, per risparmiare le presentazioni e non rischiare di perdere il lieto fine: questo, almeno, era ciò che pensava in quel momento. Immortalò i due giovani ragazzi con la sua Reflex e proseguì verso la Basilica di San Martino: altri due scatti, altri due momenti rubati al Tempo e al Domani. Lui era in piedi, la suola della scarpa destra aderente al muro, un buffo cappello di lana grigio e la sua Marlboro stretta tra l’indice e il medio della mano sinistra. Caterina sfuggì il suo sguardo, lui trattenne a stento un sorriso abbozzato. “In vacanza a Martina Franca?” “Sì” Il ragazzo annuì, si morse il labbro inferiore e si fermò ad ammirare la Basilica. “Abbiamo tante chiese meravigliose: la Chiesa del Carmine, la Chiesa di San Francesco ... ma questa è la mia preferita!” Caterina annuì e pensò che un altro scatto potesse servire a mitigare l’imbarazzo. “Sai, la gente che viene qui non sa mai a quale provincia apparteniamo. Alcuni dicono Brindisi, perché sanno che Cisternino è a due passi, ma la carne qui è molto più buona, te lo assicuro. Altri, per via dell’accento o del prefisso telefonico, ci scambiano per baresi. A volte qualcuno ci considera persino salentini e la cosa non mi dispiace affatto, adoro quella terra” "Siete un incidente geografico” commentò Caterina, senza guardarlo “Già, lo penso anche io. Ma ti assicuro che ovunque tu vada, troverai sempre qualcuno che è passato da qui. Magari per un caffè laggiù al bar Tripoli, forse per uno spiedino di bombette impanate, magari semplicemente per una passeggiata sul Corso ... lo chiamiamo “Lo Stradone”, lo sapevi?” “No” “Non preoccuparti. Sapessi quante cose io non so ancora di questa città ... vorrei scappare” “Perché non lo fai? Non avrai più di venticinque anni” “Perché poi ritornerei. Succederà anche a te” Caterina sorrise e realizzò che aveva ripreso la sua camminata da qualche secondo; il giovane era al suo fianco, una presenza che all’inizio le aveva trasmesso inquietudine ma che adesso iniziava ad apprezzare. Quel ragazzo sapeva di Casa. Nessuno è felice da solo, lo aveva capito nel corso degli anni. “Vivi qui?” “Sì. Sono cresciuto fuori città, ma poi mi sono trasferito nel centro urbano. Meglio così, le campagne martinesi sono infestate dai Lauri, non lo sapevi? E poi, non c’è mai un parcheggio. Sono sempre tutti in macchina, corrono da una parte all’altra senza una meta” “Più una persona va di fretta, più non ha alcun posto dove andare” “Dici sul serio?” “Certo. Chi passeggia lentamente, come te, lo fa perché è sereno. Ha un posto dove andare. Ha qualcuno che lo aspetta a casa ... o perlomeno, in un luogo che può definire così” Il ragazzo sorrise e tacque. “Dove vanno tutti quelli che non sono in macchina?” domandò Caterina Il ragazzo si strinse nelle spalle, gettò la sigaretta ed infilò le mani in tasca “Molti adorano correre” rispose infine, guardando davanti a sé la Porta di Santo Stefano. “Ho letto da qualche parte che spesso la gente ama correre per colmare un vuoto nel petto, la sensazione di aver perso qualcosa ... o qualcuno” “Può darsi. Qui solitamente lo fanno in zona Pergolo, dove ci sono le scuole, i Residence e i centri commerciali; le macchine sfrecciano ad una velocità così elevata che spesso chi rischia di perdere qualcuno sono i familiari dei corridori” “Ognuno fa ciò che ritiene opportuno per cercare di essere felice” “Già” Caterina si fermò accanto alla fontana in Piazza Roma e cercò una monetina nella pochette. Tutti hanno sempre un desiderio da esprimere. Il suo accompagnatore salutò distrattamente qualche giovane diretto alla biblioteca comunale, guardò l’orologio sul display del suo Iphone e si chiese quanto potesse risultare invadente proporre un caffè a quella misteriosa sconosciuta. Lei non si curò di lui e proseguì con le sue fotografie. Oltrepassarono l’Arco e Caterina si fermò proprio al centro della piazza. Fotografò i quattro angoli e non fece caso alle prime gocce di pioggia; il giovane accanto a lei fissò il cielo terso e rifletté sulle parole giuste da usare. Proprio quando ritenne di aver selezionato con cura gli estremi della sua proposta, Caterina gli scattò una foto. “Ehi ..! Ma ... che fai?” “Volevo ricordarmi di te” Per la prima volta da quando i loro avversi destini si erano sfiorati, Caterina sorrise. Quel sorriso portava con sé qualcosa di buono, un’immagine calda e familiare: il giovane replicò goffamente, una smorfia disorientata ed incerta. “Adesso devo andare. Grazie per la tua breve compagnia” “Io ... non so neanche come ti chiami ..." “Meglio evitare le presentazioni. Si risparmia sugli addii” Non ebbe tempo di ribattere, ma non sarebbe stato in grado di formulare un pensiero di senso compiuto. La giovane turista riprese il cammino e si diresse verso la Villa Comunale, senza mai voltarsi ma sapendo di avere gli occhi di quel ragazzo puntati su di lei. Poco dopo, i suoi occhi si sarebbero persi nella bellezza sconfinata della Valle D’Itria : Martina Franca ne avrebbe ospitato il Festival annuale e, forse, lei vi avrebbe fatto ritorno. Venne la sera e le trattorie del centro si affollarono di turisti ed avventori di tutte le età, mentre un giovane uomo cercava se stesso negli occhi verdi di una misteriosa ragazza. Prima o poi, ne era certo, lei sarebbe tornata. * FOTO: Carlo Carbotti DAVIDE SIMEONE Davide Simeone FB #davidesimeone #rewind #inchiostrodipuglia #vivilapuglia #leggereèrespirare > Per non perdere nessuno dei Racconti d'Autore di Inchiostro di Puglia clicca "Mi Piace" sulla nostra Pagina Facebook
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