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Castellaneta: il colore dell'anima

1/28/2014

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E' la luce che fa la differenza. 
Sulla terra, intendo.
Ogni luogo del mondo ne ha una sua propria, e non occorre spostarsi di molto: qualche decina di chilometri e tutto cambia.
In realtà non saprei dire se capita a qualsiasi latitudine, ma di certo in Puglia è così che funziona.
Specie nelle mattine d'estate. Specie se ti capita di andare da Bari verso Taranto percorrendo la vecchia e ritorta statale, alla ricerca di qualcuno che ben conosci e che non incontri da tanto. 
Tutte queste riflessioni si erano affacciate appena superata Gioia del Colle. Con il finestrino abbassato lasciavo entrare l'aria e riempivo così l'abitacolo di vento e di essenze intense di campagna: sui jeans lisi, sulla camicia bianca, sui capelli scompigliati e sui miei imprecisati anni. E anche sulla musica a tutta manetta e sulla borsa in tela poggiata sul sedile con dentro asciugamano, olio solare e un vecchio libro. 
Vecchio si fa per dire, perché i libri non invecchiano mai: al più possono essere classificati tra i letti, o tra i riletti, o tra quelli da leggere o da ri-leggere.
O forse da leggere più in là, quando sarà il momento: si, perché ogni libro ha il suo, che viene stabilito da coincidenze astrali in tacito accordo tra l'essere cartaceo detto testo e l'essere umano che lo leggerà, forse, prima o poi. 
Invero, comunque, ogni libro che una persona non ha ancora letto è per quest'ultima ancora 'nuovo', e lo sarà per sempre fin quando non lo leggerà.
Questa è l'unica certezza, sull'argomento.
La temperatura era già elevata, intanto. Il cielo senza una nuvola, e il sole che picchiava duro. Si. D'estate il sole brucia, ma non qui. Non se vai verso Taranto percorrendo la 100, e ancora meno se ad un certo punto, a San Basilio, giri a destra. La prima cosa che notai fu proprio la luce. Aveva iniziato a cambiare già da qualche chilometro, ed anche il sole si era fatto più gentile. Non era solo impressione, pensai: intorno a me cambiava anche la vegetazione. E questa ne era la prova vivente.
Il paesaggio mi avvolse completamente nei suoi colori: giallo del grano sfumato al rosso scuro della terra, verde dell'erba fresca e azzurro cielo sullo sfondo. Percorrendo la provinciale, sui lati della strada ondeggiavano lenti i canneti. Sinuosi danzavano alla brezza lieve inondando l'aria di un profumo intenso, e i pensieri si fecero ancor più diradati, lasciando via via spazio alle sensazioni. 
Un viaggio che stava iniziando adesso. Questo il segnale: cominciavo a dimenticare tutto per essere quel che ero, e basta, in quel momento. 
La strada si era fatta una striscia d'asfalto che attraversava campagne e campi piani, e a tratti alberi a boscaglia. Poi, d'improvviso, tagliava quasi in due Castellaneta. Un paese gentile, dalla luce tenue, e a quell'ora praticamente deserto. 
Sulla destra una figura immobile che indossava una tunica. Una leggenda: Rodolfo Valentino, con i suoi sogni Hollywoodiani e una fantasmagorica esistenza. Poi una curva e ancora la strada, fattasi un contorto filo nero steso sulla campagna incantata. Come perle, intorno, distese di angurie pronte per essere colte.
In fondo la sabbia bianca fine, ed alla fine il mare.
Raggiunsi la riva, e mi guardai intorno: acqua e sole a perdita d'occhio. Un paradiso in terra.
A piedi nudi ritrovai pace, e respirai piano.
Forse, dissi tra me, da qui non tornerò mai indietro.
Qui, su questa sabbia, passo dopo passo ho finalmente ritrovato me stesso: blu oltremare il colore dell'anima, ora. E lasciai prendere il largo al mondo intero, ai ricordi e ai miei imprecisati anni, che d'un tratto non avevo più.  
Il mio viaggio era finito. Potevo sedermi, finalmente, incrociare le gambe e restare così, per sempre, a sognare.
Aprii il mio libro. 
Un libro di poesie, nuovo, dei primi novecento: di tal Rodolfo Guglielmi, in arte Valentino, che sognava ad occhi aperti. 
E nel mare delle pagine, in me mi persi.
 
Italia.
"La terra è solo terra per i piedi
per gli uomini che camminano
ad occhi bassi.
Ma tutto è la terra
per l 'anima che cerca.
Chi la chiama casa,
chi cuore, chi possesso,
io che amo il sole
la chiamo Italia.”

(Rodolfo Valentino)

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NICKY PERSICO
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6 Comments
cosimo D'Eredità
1/27/2014 08:31:37 pm

queste frasi mi hanno emozionato e , ripensare alla mia amata terra

Reply
Nicky Persico
1/27/2014 11:52:55 pm

Grazie. Davvero gentile. Ne sono felice ed onorato. Scordato rivederci, sulla sabbia bianca

Reply
Nicky Persico
1/27/2014 11:54:25 pm

Errore di testo: era "a presto rivederci" :-)

Reply
Fabio Delia
1/27/2014 11:59:59 pm

Bellissimo racconto.

Reply
margherita santoiemma
1/28/2014 12:14:56 am

semplicemente una favola...mi ha fatto sognare ...complimenti nicky

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Nicky Persico
1/28/2014 01:19:41 am

Grazie davvero, a voi tutti...

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